Mastigias papaua E IL LAGO PALAU
La Palau Conservation Society ha da tempo sviluppato una notevole esperienza nella gestione delle aree marine protette. Attualmente la Micronesia tutela una delle più vaste aree marine del pianeta. Barriere e lagune si sviluppano per ben 1300 Km quadrati. Nonostante questo i problemi non mancano, ma la via scelta per affrontarli sembra essere quella giusta. Le barriere coralline di Palau hanno subito come quelle di altri paesi gli effetti disastrosi del bleaching, soprattutto nel 1998, anno in cui sono andate perse ben il 16% delle barriere di tutto il mondo. Palau è famosa anche per le sue lagune, o laghi salati, come il Palau Lake, il Big Jellyfish Lake, il Clear Lake e il Goby Lake. Il lago Palau è situato nelle West Caroline Islands. Si tratta di un ambiente anossico e stratificato, all'interno del quale vive (con notevoli difficoltà) una medusa unica, la Mastigias papua. Il lago Papua ha subito nel tempo un considerevole flusso di turisti, si calcola che dal 1986 al 1997 l'incremento delle visite abbia superato valori del 500%, con tutte le conseguenze che una simile invasione comporta.
Mastigias papua (Lesson). Fonte: wikipedia.
Si ritiene che Mastigias abbia fatto il suo ingresso nel lago Palau 20.000 anni fa. La specie vive in simbiosi con alghe dinoflagellate (zooxantelle) ed effettua migrazioni giornaliere. Di notte si porta in profondità, dove si nutre di copepodi, mentre di giorno si porta in superficie nelle zone di massima illuminazione, per garantire alle zooxantelle il massimo rendimento fotosintetico. La specie si pone al vertice della rete alimentare (top planktivores) e non risulta pericolosa per l'uomo, con le sue cellule urticanti, infatti, è in grado di uccidere solo piccole prede.
Il 1997 è stato l'anno dell'inizio del declino di Mastigias papua o golden-medusae, che praticamente scomparve senza lasciar traccia. Naturalmente fu subito identificato come responsabile El Niño, come se non si manifestasse da migliaia di anni, ma ci fu anche chi dubitò di tale ipotesi, prendendone in considerazione altre. Esiste per esempio una correlazione tra il declino della popolazione di Mastigias e i flussi turistici. Quando la logistica e le infrastrutture hanno permesso di raggiungere i laghi salati da un gran numero di turisti, è cominciato l'inizio del declino della popolazione di meduse. Possibili indagate sono state le creme solari, usate dai turisti, che si sono poi disperse nelle acque stratificate e poco, se non per nulla, propense al rimescolamento, e quindi alla diluizione dei microinquinanti. Ma a proposito nulla è stato dimostrato. Le ipotesi indagate scientificamente, soprattutto a partire dal 1999, si sono concentrate sulla variazione della temperatura e della salinità delle acque, che influenzano la densità delle zooxantelle così come illustrato nei grafici sottostanti:
Al termine degli anni '90 si riteneva che Mastigias durante le migrazioni verticali non fosse in grado di tollerare variazioni di salinità superiori al 3 per mille. In realtà, è stato dimostrato, che variazioni del 10 per mille in 7 giorni sono deleterie ma non letali per la specie. Ebbene l’optimum per le zoxantelle sia aggira attorno al 33-35 per mille, mentre l’influenza della temperatura si manifesta al di sopra dei 32 °C. La temperatura incide maggiormente sulle popolazioni di Mastigias, dal grafico sovrastante si osserva che sopra i 32 °C la densità delle zooxantelle diminuisce, e inoltre si è determinato che sopra i 34 °C il tempo necessario per abbattere il 50% della popolazione di Mastigias è di circa 80 ore. Alcuni autori hanno evidenziato, a proposito, che le lagune meno soggette alla variazione positive della temperatura, sono state appunto quelle ove si è osservato un declino delle popolazioni di Mastigias nettamente inferiore. Gli studi fino ad ora effettuati sono quindi inconcludenti, e l'ipotesi "El Niño" viene spesso ripresa. Ad esempio nella laguna Ongeim'l Tketau, soggetta nel 1999, a variazioni notevoli di temperatura e di altri fattori fisici, ha determinato effetti non solo su Mastigia ma anche su altri organismi, come l'anemone endemico Entacmaea medusivora, o le meduse del genere Aurelia sp.
Occorre quindi attendere ulteriori contributi, e diminuire eventualmente anche gli impatti antropici su ecosistemi chiusi e delicati come quelli delle isole Palau. Uno studio successivo, dell'anno 2000, ha ridimensionato alquanto il ruolo dell'impatto antropico, e nello stesso anno Mastigia comparve di nuovo nella laguna Ongeim'l Tketau, anche se con esemplari di dimensioni modeste e comunque nel momento in cui si ebbe un decremento della temperatura media della laguna. Attualmente delle lagune di Palau, si occupa, oltre che la Palau Conservation Society, anche il DMR (Division of Marine Resources) e il gruppo Koror State Rangers.
Sopra, a destra, Entacmaea medusivora, un anemone azooxantellato, endemico di Palau, intento nella cattura di una M. papua. Immagine tratta da: Hugo Van Den Berg - Mathematical Models of Biological Systems.
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BIBLIOGRAFIA
- Hamner et al. - The physical, chemical, and biological characteristics on a stratified, saline, sulfild lake in Palau. Limnology Oceanography 27: 896-909.1992
- D. G. Fautin and W. K. Fitt - A jellyfish-eating sea anemone (Cnidaria, Actiniaria) from Palau: Entacmaea medusivora sp. nov. Hydrobiologia Volume 216-217, Number 1, 453-461
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